Raccolta dell’umido: cosa mettere nei rifiuti organici e perché

Luglio 2021 – Quante volte trovandoci di fronte al bidoncino dei rifiuti organici ci siamo domandati se stessimo svolgendo la raccolta dell’umido in maniera corretta?

É ormai risaputo che il rispetto per l’ambiente passi anche dalla cura e dal tempo che dedichiamo a questa semplice ma, se svolta bene, significativa operazione quotidiana.

Continua a leggere a troverai le risposte ai dubbi comuni e ai falsi miti relativi a quali materiali possano esser buttati nel cassonetto dei rifiuti organici.

smaltimento dei rifiuti organici per la raccolta differenziata
Smaltimento dei rifiuti organici per la raccolta differenziata

La raccolta differenziata e la sua importanza per una società moderna e civile

Partiamo dalle basi, ovvero parlando della raccolta differenziata e della sua definizione.

Per raccolta differenziata si intende un sistema di raccolta dei rifiuti che prevede una prima differenziazione in base al tipo di rifiuto da parte dei cittadini diversificandola dalla raccolta totalmente indifferenziata. (Wikipedia, 2021)

Adottare uno stile di vita con zero sprechi è difficile, ma non impossibile. Può risultare complicato apportare delle modifiche alle proprie abitudini e al proprio stile di vita per renderlo più vicino alla causa sostenibile, così da contribuire attivamente alla salvaguardia del nostro pianeta.

Differenziare correttamente i rifiuti nel momento del loro smaltimento affinché i materiali definiti come riciclabili, cioè quelli che senza la raccolta differenziata andrebbero persi, possano esser riconvertiti da scarti a nuovi oggetti così da diminuire il loro impatto ambientale, sia in termini di materie rilasciate che di spreco delle risorse energetiche.

Discorso a parte per ciò che viene definito “rifiuto secco”. Quasi tutta la spazzatura è riciclabile se separata nel modo corretto. Basti pensare alla plastica (PET, HDPE, PVC, LDPE, PP – polipropilene, PS -polistirene) e alla carta che dopo le operazioni di riciclo possono esser recuperati e utilizzati nuovamente.

Concetto diverso e con finalità maggiormente “green” vale per tutto ciò che viene considerato umido o organico. Infatti, quest’ultimo può esser smaltito previo processo di compostaggio così da poter esser immesso in natura sotto forma di compost. (Leggi anche l’articolo su: “La differenza tra compostaggio industriale e domestico“)

Questa è la sostanziale differenza con materiali riciclabili per i quali, invece, è necessario un trattamento di rielaborazione per esser riutilizzati, il che implica un’ulteriore lavorazione e comporta un importante sforzo energetico durante la fase di riconversione del materiale.

bidoni per la raccolta differenziata
La divisione dei bidoni dei rifiuti per la raccolta differenziata

Cosa può esser buttato nell’umido

Nell’organico (o umido) finiscono tutti i rifiuti alimentari, principalmente scarti e avanzi che siano essi cotti o crudi. Anche i cibi scaduti e avariati possono esser considerati rifiuti organici, però l’importante è che vengano chiaramente separati e gettati via senza il loro involucro.

Raccolta dell’umido: cosa mettere nei rifiuti organici e perché, Itscompostable

É opportuno tenere a mente che anche il sacchetto da utilizzare per la raccolta dell’umido deve essere non solo biodegradabile, ma anche compostabile.

Prima di gettare i rifiuti organici nel sacchetto si consiglia di sgocciolarli e di non pressarli, riducendo a pezzetti quelli più voluminosi.

Rifiuti che possono essere buttati nell’umido

Possono essere buttati nell’umido

  • gli scarti di preparazione del cibo, sia di origine vegetale che animale;
  • gli alimenti scaduti;
  • gli scarti degli alimenti, come ad esempio come i resti di cibo secco degli animali domestici;
  • i sacchetti del tè e i fondi del caffè;
  • i tovaglioli di carta usati;
  • i fiori appassiti che possono rientrare nel processo di compostaggio.

Materiali che non vanno nell’umido

ASSOLUTAMENTE NO a :

  • vetro
  • metallo
  • plastica
  • lattine
  • scarti di legno trattato o verniciato

I 3 principi per una corretta raccolta differenziata dell’umido

Adesso sappiamo cosa possa essere gettato nell’umido e cosa no, ma ci sono delle accortezze da tener sempre a mente affinché la raccolta differenziata dei rifiuti proveniente da materiale organico sia corretta secondo i criteri richiesti.

Scopriamo insieme la lista dei tre concetti utili per un corretto smaltimento dei rifiuti organici.

1 Il sacchetto giusto: biodegradabile e compostabile

Per un corretto trattamento dei rifiuti organici è infatti necessario utilizzare i sacchetti provenienti da materiale biodegradabile e compostabile certificati a norma Uni En 13432.

Per riconoscerli, basta controllare se riporta le scritte “biodegradabile e compostabile”, quella dello standard europeo Uni En 13432:2002 e il marchio di un ente come il CIC

Le buste di plastica sono bandite per legge poiché non posso essere utilizzate per l’organico.

Sacchetti umido per raccolta differenziata
Sacchetti biodegradabili e compostabili per la raccolta differenziata dell’umido

2 Il contenitore corretto

É necessario impiegare un cestino o un recipiente areato e traforato che permetta l’evaporazione della condensa e, conseguentemente, la riduzione del volume del rifiuto umido così da non aver cattivi odori ed evitando la formazione di spiacevoli liquidi sul fondo del secchiello contenitore;

contenitore areato e traforato dell'umido per la raccolta differenziata
Contenitore areato e traforato dell’umido per la raccolta differenziata

3 Ridurre l’emissione di rifiuti evitando sprechi, soprattutto in cucina

Per evitare di produrre rifiuti in eccesso, si ricorda di mettere gli alimenti in luoghi freschi e al riparo dal sole, soprattutto per gli alimenti che andranno conservati a temperatura ambiente.

Lo stesso discorso vale per gli avanzi alimentari provenienti da frutta e verdura. Prima di gettarli nell’umido meglio chiedersi come riutilizzarli.

Conservazione del cibo come frutta e verdura in luoghi freschi
Conservazione del cibo come frutta e verdura in luoghi freschi

La differenza tra il materiale biodegradabile e quello compostabile

I materiali biodegradabili e quelli compostabili possono all’apparenza sembrare sinonimi, ma in realtà non lo sono affatto.

Appunto per questo, i materiali sono definibili biodegradabili quando, grazie a dei microrganismi come i batteri e gli agenti atmosferici, sono in grado di scomporsi in molecole organiche semplici come acqua, anidride carbonica e metano.

Quasi tutti i materiali si degradano, ma la differenza sostanziale sta nel tempo in cui essi lo fanno.

Esempio: è comunemente risaputo che la plastica impiega centinaia, se non migliaia di anni, inoltre è costituita da materie prime inquinanti come il petrolio che vengono rilasciate nell’ambiente.

La normativa europea (EN 13432 del 2002) ha stabilito dei parametri: un prodotto può essere definito biodegradabile quando questo si dissolve del 90% entro 6 mesi.

Biodegradebile e compostabile non sono sinonimi

É opportuno precisare che i materiali biodegradabili non sono necessariamente anche compostabili e lo stesso discorso vale per i materiali compostabili che a loro volta non sono biodegradabili.

Infatti solo i rifiuti compostabili, degradandosi, possono trasformarsi in compost naturale utilizzabile in agricoltura come fertilizzante naturale. Per esser considerato come rifiuto compostabile quindi è necessario che la decomposizione sia del 90% e che avvenga entro 3 mesi.

Lo scarto compostabile dove si butta

Ma quindi il rifiuto compostabile dove va gettato?

Riconvertire gli scarti organici in compost risulta al momento uno dei modi migliori per contribuire significativamente all’uso sostenibile delle risorse.

Una volta gettati nel bidone dell’umido e avviati negli impianti di compostaggio, questi rifiuti si tramutano in ottimo compost, cioè un fertilizzante e ammendante di origine naturale che permette di nutrire la terra in maniera sana ed ecosostenibile.

L’Italia, è un buon esempio, poiché è leader in Europa nel compostaggio e applica a pieno i principi della economia circolare, studiando i modelli della natura affinché sia possibile applicarli alle attività produttive sostenute dall’uomo.

mani che prendono in mano la terra proveniente dal compost
Terra proveniente dal compost

Quali sono i rifiuti compostabili?

Le materie prime compostabili per la produzione del terriccio compostato sono tutti gli scarti, residui e avanzi di ogni tipo organico biodegradabile, ovvero aggredibili dai microrganismi.

Come detto in precedenza: scarti di frutta e verdura, scarti vegetali del piatto, gli scarti vegetali di orti, parchi e giardini sono ottimi per il compostaggio.

Cosa che non tutti sanno, anche il sughero è un materiale naturale e biodegradabile, quindi anche i tappi in sughero possono essere riconosciuti come compostabili, poiché di origine vegetale.

Senza dimenticare che nella raccolta dell’organico può esser gettata la carta usata, come quella dei tovaglioli.

Pensando alla spesa al supermercato, si hanno già per le mani i sacchetti monouso di origine vegetale. Infatti, dal 2018 i sacchetti di plastica tradizionale sono state sostituiti da quelle compostabili (Repubblica.it). Quest’ultime per esser definite come tali devono riportare la dicitura “compostabile” su ognuno di essi.

Solo questa classificazione permette di determinarne la reale origine e di renderlo legalmente utilizzabile come contenitore per i rifiuti organici.

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