Differenza tra compostaggio industriale e domestico

Luglio 2021 – Ormai il termine “compostaggio” è entrato a far parte del nostro dizionario comune, ma siamo sicuri di conoscerne il processo e sapremmo individuare la differenza tra compostaggio industriale e domestico?

In questo articolo proveremo a seguire il percorso del rifiuto organico durante il processo fino alla formazione di compost per uso industriale o domestico.

Il tema del riciclo organico è particolarmente rilevante nell’ambito della gestione dei rifiuti se consideriamo che la frazione umida rappresenta il 40% del totale dei rifiuti solidi urbani differenziati in Italia (7,1 milioni di tonnellate).

Ma cosa prevede il trattamento dei rifiuti organici? In Italia abbiamo la possibilità di trattare la frazione organica tramite il processo di compostaggio, che può avvenire a livello industriale grazie agli impianti dislocati in tutto il territorio nazionale, oppure a livello domestico, nel caso in cui si possieda un giardino o un’area all’aperto. Vediamo innanzitutto cosa si intende per compostaggio!

Cosa vuol dire compostaggio?

Il compostaggio dei rifiuti organici  è un processo naturale di degradazione aerobica, che si svolge cioè in presenza di ossigeno, che attiva la trasformazione biologica della sostanza organica in compost.

Il processo replica, in tempi più celeri, ciò che avviene nell’umificazione del sottobosco, cioè la produzione di humus, una sostanza preziosa per la fertilizzazione naturale del suolo. In compostaggio, il controllo delle condizioni (umidità, ossigenazione, temperatura, ecc.) migliora e accelera il processo biologico.  

Anche nel compostaggio, come in natura, i protagonisti sono i microrganismi presenti nel terreno, che attivano una serie di reazioni biochimiche e liberano acqua, anidride carbonica e sali minerali; allo stesso tempo le reazioni stabilizzano la sostanza organica, che si trasforma in terriccio fertile, ossia il compost. I microrganismi coinvolti sono essenzialmente:

  1. Batteri che agiscono come decompositori veloci; sono in grado di utilizzare le sostanze più facilmente degradabili e, nel farlo, generano calore.
  2. Batteri capaci di degradare sostanze più complesse, come proteine, cellulosa, lignina; sono i principali responsabili del caratteristico odore di terra che si sprigiona dal compost maturo.
  3. Funghi in grado di degradare molecole complesse, come cere e lignina; trasformandole in prodotti più semplici, generano nuovo nutrimento per i batteri.

Quali materiali si riciclano nel compostaggio?

Gli impianti di compostaggio industriale ricevono i rifiuti urbani organici, che in Italia sono composti dalla raccolta dell’umido, da sfalci da verde pubblico e da materiale residuo della lavorazione agro-industriale.

Nel caso del compostaggio domestico, si possono riciclare gli scarti da cucina e da giardino, ma con qualche attenzione in più perchè non tutti i cibi sono adatti. 

Si possono utilizzare scarti di frutta e verdura, fondi di tè e caffè, gusci d’uovo, scarti del giardino e dell’orto e materiali biodegradabili, come carta non patinata, cartone, segatura e trucioli provenienti da legno non trattato.

Si devono invece usare con parsimonia avanzi di cibo di origine animale e di cibi cotti che attraggono insetti ed animali.

Inoltre alcune piante hanno foglie che si degradano in tempi troppo lunghi, come ad esempio magnolia, faggio, castagno e aghi di pino e devono esere aggiunti in piccole quantità.

Da evitare assolutamente sono i rifiuti di origine sintetica o contaminati da sostanze tossiche, come cenere di sigaretta, lettiere di animali, tessuti, carta patinata (riviste), piante malate o trattate con insetticidi.

Differenza tra compostaggio industriale e domestico, Itscompostable
Scarti di frutta e verdura, caffè e gusci d’uovo si riciclano in compostaggio domestico

Per scoprire in maniera più approfondita le differenze tra i diversi processi di compostaggio, continua a leggere: tra poco vedremo come funziona un impianto di compostaggio industriale e, subito dopo, come si fa il compostaggio domestico!

Differenza tra compostaggio industriale e domestico, Itscompostable

Come funziona un impianto di compostaggio industriale

Fase preparatoria

Il processo nell’ impianto di compostaggio inizia con il controllo dei rifiuti e la separazione meccanica di contaminanti estranei e non biodegrabili, come plastica e metallo. Il materiale selezionato viene poi triturato e miscelato mediante appositi macchinari. La preparazione della miscela è fondamentale per ottenere una massa con una porosità tale da garantire la penetrazione dell’aria. Inoltre, se da una parte si deve fornire materiale facilmente degradabile dai primi microrganismi (scarti organici), dall’altra il materiale ricco di lignina e cellulosa (sfalci e ramaglie) è fondamentale per la successiva fase di umificazione. Dopo la preparazione, il materiale viene disposto in cumuli su ampie superfici, dotate sul fondo di griglie per il recupero del percolato e di bocche di aerazione. Il percolato che si origina dalle varie fasi di lavorazione viene raccolto e riutilizzato sui cumuli all’inizio del processo, nel caso sia necessario aumentare l’umidità della massa. Durante tutto il processo, bracci meccanici  mescolano periodicamente la massa per garantire la giusta ossigenazione.

Fase di bio-ossidazione

Durante la biossidazione si innescano i processi biologici di decomposizione naturale e il materiale perde acqua e volume.

La fase iniziale ha una durata che, a seconda delle condizioni e dalle quantità di materiali da compostare, va da una a sei settimane. Durante questa fase, i microorganismi in azione sono batteri aerobi che vivono a temperature di 18-45 °C e iniziano la decomposizione della sostanza organica più facilmente assimilabile, come carboidrati, lipidi e proteine. Per far ciò, i batteri consumano ossigeno e liberano acqua, anidride carbonica (CO2) e calore.

Il calore, che fa salire la temperatura fino a 55-60°C fa calare la carica microbica, portando naturalmente il processo alla successiva fase cosiddetta termofila, in cui operano differenti microorganismi, più resistenti alla temperatura. In questa fase i nuovi batteri, capaci di vivere a temperature di 50-70 °C, fissano l’anidride carbonica in composti energetici in un periodo di tempo che può durare 40-50 giorni. 

Le alte temperature raggiunte nella massa in fermentazione igienizzano completamente il materiale garantendo la scomparsa di patogeni e semi di piante infestanti. Osservando il cumulo in questa fase è possibile osservare l’evolversi di nubi di vapore perché la temperatura fa evaporare grandi quantitativi di acqua. Il progressivo consumo di acqua determina la morte dei batteri e innesca la successiva fase di maturazione.

Fase di maturazione

La decomposizione continua con processi più lenti a spese di molecole complesse come la cellulosa e la lignina. In queste condizioni di bassa umidità operano i funghi, il cui processo fa progressivamente calare la temperatura al di sotto dei 45 °C. In questo stadio avviene l’umificazione, ovvero la produzione di humus, in un periodo minimo di 50 giorni. Raggiunta la piena maturazione, il compost può essere sottoposto ad un trattamento di raffinazione e vagliatura finale. Questo permette di eliminare eventuali corpi estranei e parti legnose indecomposte, che vengono riutilizzate in miscelazione a inizio processo. Prima di essere immesso in commercio, il compost prodotto viene analizzato per verificarne la conformità ai requisiti di legge.

Le condizioni per un compostaggio industriale efficiente

Il compostaggio richiede il mantenimento di specifiche condizioni ambientali. In particolare le principali variabili da controllare sono:

  • la porosità: se la massa dovesse essere troppo compatta, con poca porosità, si svilupperebbero batteri anaerobi che lavorando in assenza di ossigeno non riuscirebbero a degradare totalmente la sostanza organica e produrrebbero cattivi odori. La porosità è controllata mediante la giusta miscelazione di parti verdi, come sfalci e foglie, e parti legnose, come ramaglie, che lasciano nella massa piccoli spazi aperti.
  • l’ossigeno: i cumuli devono essere gestiti in modo da garantire un adeguato passaggio di aria e favorire la prolificazione e l’attività dei batteri aerobi.
  • l’umidità: deve essere mantenuta nella fase iniziale tra il 55% e il 70%, per favorire l’attività batterica.
  • il pH: l’acidità deve essere controllata per evitare la generazione di sostanze ammoniacali che produrrebbero cattivi odori.

Come funziona il compostaggio domestico

Chi ha a disposizione un giardino o uno spazio verde può praticare da sé il compostaggio. Serve innanzitutto una compostiera, cioè un contenitore per compostaggio domestico, e uno spazio adatto dove collocarla, all’aperto e al riparo da agenti atmosferici e climatici negativi, possibilmente sotto un albero o comunque in un luogo non troppo esposto al sole o al freddo.

La compostiera è un contenitore semplice con fori laterali, che garantiscono un’opportuna areazione, un coperchio, per impedire che gli animali vi entrino e per controllare meglio l’umidità, e una porta in basso per raccogliere il compost quando sarà maturo.

Le condizioni per un buon compost domestico

Per ottenere un compost di qualità occorrono alcune attenzioni:

  • la scelta del luogo adatto;
  • la preparazione del fondo per garantire il drenaggio dell’umidità in eccesso;
  • un’adeguata aerazione: è opportuno girare ogni tanto il mucchio, per favorire la circolazione dell’aria;
  • la giusta miscelazione tra frazione umida (gli scarti di cucina) e scarti secchi (quelli del giardino);
  • un’adeguata umidità: se l’umidità è scarsa, il processo di decomposizione farà fatica a partire, mentre se il cumulo è troppo bagnato le sostanze organiche tenderanno a marcire.
  • la preparazione del rifiuto: per accelerare la decomposizione è bene ridurre in piccoli pezzi i residui prima di inserirli nella compostiera.

Se tutti i criteri sono rispettati e si trovano le giuste proporzioni, la decomposizione inizierà velocemente. 

Miscelare scarti secchi e umidi garantisce la buona resa del compostaggio
Miscelare scarti secchi e umidi garantisce la buona resa del compostaggio

Cosa si ottiene dal compostaggio?

Il prodotto della decomposizione controllata della sostanza organica è il compost. A seconda del processo di compostaggio se ne ottiene una diversa tipologia:

  • Compostaggio industriale: il compost ha proprietà di stabilità e maturazione tali da poter essere commercializzato, tipicamente come alternativa ai concimi chimici per uso agricolo o come ammendante compostato misto nel florovivaismo. Per saperne di più sugli utilizzi del compost industriale, clicca qui!
  • Compostaggio domestico: il compost prodotto può essere utilizzato a diversi gradi di maturazione:
  • dopo 2-4 mesi si ha compost fresco, adatto per concimare orti o alberi da frutto e fiore
  • dopo 5-7 mesi si ha compost stabile, adatto per fertilizzare orto e giardino
  • dopo 10-12 mesi si ha compost maturo, molto stabile, di aspetto soffice, scuro e poroso, inodore e ideale per preparare terriccio per piante in vaso o da solo nelle risemine dei prati.

I vantaggi del compostaggio

Il compostaggio, in qualsiasi sua forma, se correttamente eseguito garantisce la corretta chiusura del ciclo dei rifiuti organici. La raccolta differenziata è il primo passo per un corretto trattamento dei rifiuti ed evitare che i rifiuti organici siano conferiti in discarica, dove diventerebbero responsabili del rilascio incontrollato di metano, un gas serra, e percolato maleodorante. Il fine vita sbagliato, quindi, oltre ad essere uno spreco gravissimo, arreca un danno all’ambiente.

Il trattamento in compostaggio industriale, in particolare, porta i seguenti ulteriori vantaggi:

  • igienizzazione del rifiuto: in fermentazione controllata, le temperature raggiunte (55-70 °C) distruggono gli agenti patogeni, stabilizzando il prodotto dal punto di vista biologico.
  • trattamento della frazione organica putrescibile dei rifiuti solidi urbani, non altrimenti riciclabile;
  • produzione di compost industriale: questo è un contributo prezioso all’economia se si tiene presente che il nostro Paese attualmente importa compost per una spesa rilevante.

Il compostaggio domestico apporta questi aspetti peculiari e vantaggiosi:

  • è un processo semplice: si fa in casa e aiuta a sensibilizzare la famiglia sullo spreco alimentare e sulla differenziazione dei rifiuti;
  • consente una produzione in proprio: il compost prodotto è utilizzabile come concime organico naturale per il proprio orto o giardino e per le piante in vaso.

Se vuoi scoprire qual è il ruolo del packaging compostabile nella filiera del compostaggio, leggi il nostro articolo qui!

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